Che mondo sarebbe senza…i social?
Ecco come le diverse generazioni si rapportano con i social network.
Non importa di quale stiamo parlando, tutti frequentiamo il mondo dei social network, li usiamo per informarci, per pubblicare foto e video, o semplicemente per curiosare sul profilo altrui. (Non negatelo, ndr).
E se una volta mamma e papà ci rimproveravano a suon di “basta stare su Facebook” oggi su Facebook ci sono proprio loro. I social media sono parte integrante della nostra vita, ma il loro uso varia notevolmente di generazione in generazione.
Per questo motivo sono state coniate una serie di etichette che ci permettono di identificare le diverse fasce d’età e il relativo modo di approcciarsi ai social media. Conoscere queste terminologie è fondamentale per mettere in atto una corretta strategia di social media marketing.
I social come verità, sempre e comunque: i Baby Boomer
Per i Baby Boomer i social rappresentano principalmente una forma di svago e intrattenimento. Prediligono in particolare Facebook. anche se tutt’ora (la maggior parte) non ne comprendono appieno i meccanismi. Comune è il loro sentirsi “vittima” delle notizie sponsorizzate e delle dinamiche del social network. I boomers condividono molte notizie e contenuti, hanno la tendenza a considerare come vera qualsiasi informazione appaia sulle loro homepage. Il loro è un rapporto di amore/odio con la piattaforma. Ma questo non vuol dire che bisogna ignorare i baby boomer; anzi proprio per la quantità di tempo passata online è necessario interagire con loro con i giusti modi. Un esempio? Nel primo lockdown tutte le fasce d’età hanno passato circa +25% del tempo sui social media, ma la crescita della fascia 55-74 anni è stata del +26%. ( GfK Sinottica® )
I social per sentirsi più “vicino all’altro”: la generazione X
La GenerazioneX passa oltre due ore al giorno su Facebook, la sua piattaforma preferita, ma è evidente anche la crescita degli utenti su Twitter e Instagram. Al contrario dei boomers, utilizzano i social network in maniera più cosciente, verificando le fonti. Oltre 6 persone su 10 di questa fascia d’eta concordano sul fatto che l’obiettivo principale dell’utilizzo sia sentirsi più vicini al prossimo. La GenX risulta essere un target fondamentale per i brand, con più di una persona su 3 che segue i propri marchi preferiti sui social, ne parla liberamente, pubblica foto e commenti degli acquisti fatti. Per questo motivo, con la loro mentalità aperta, la predisposizione ad abbracciare le novità della tecnologia senza lasciarsi sopraffare, e la possibilità economica di spesa, l'interazione di un’azienda con la Gen X potrebbe rivelarsi gratificante tanto quanto quella con altri segmenti spesso più enfatizzati e considerati.
Il mondo con i filtri in Instagram: i millennials
La fascia d’età che padroneggia al meglio le nuove tecnologie, che usano non solo per informarsi e lavorare, ma anche per divertirsi. Vogliono emergere, ecco perché gli appartenenti a questa generazione sono continuamente alla ricerca di fonti per imparare. Cresciuti in concomitanza con il boom dei Social Network, hanno visto l’abbattimento delle barriere culturali, non hanno paura del diverso, sono la generazione con la mentalità più aperta. Maturati a “Pane e social media”, Il 97% di loro ha almeno un profilo social al quale si connettono soprattutto da mobile, ma non disdegnano tablet e pc. Se fino a qualche anno fa erano i primi frequentatori di Facebook, ora lo trovano invaso da adulti, e prediligono la scoperta delle altre piattaforme; sono sempre alla ricerca di gratificazione, vedono e raccontano il mondo con i “filtri” di Instagram affinché non emergano i difetti. Creano contenuti autonomi, amano le foto e video, ma la parola è ancora prioritaria. Tipiche dei millennials sono frasi motivazionali e mantra, sullo spingersi oltre e lavorare per raggiungere i propri scopi. Se l’essere multi-tasking è una delle loro principali caratteristiche, in fatto, di brand i millennials sono un pubblico fedele: per questa fascia d’età è necessario però essere coerenti e affidabili. Ciò che tale generazione richiede, principalmente, è che i brand mostrino un reale interesse nei confronti dei propri clienti e delle battaglie sociali del periodo.
I primi segni di un cambiamento “social(e)”: la generazione Z
Infine, i nati e cresciuti a contatto con le nuove tecnologie, gli iper-connessi, la Generazione Z. Il loro mezzo prediletto per collegarsi a Internet è lo smartphone, da mobile i giovanissimi passano connessi quasi 3 ore e 40 minuti, 50 minuti in più della media globale. La Gen Z è chiaramente la generazione più affezionata ai social, ma con una soglia di attenzione molto limitata. Sono i ragazzi delle storie su Instagram che spariscono dopo 24 ore, dei video creativi su Tik Tok, per nulla di Facebook. Interessante notare come, secondo uno studio di Google, utilizzino YouTube per aumentare le proprie conoscenze, per stringere nuove relazioni sociali, come mezzo di svago e relax; gli YouTuber di successo, sono modelli a cui tendere. La generazione Z è alla ricerca di linguaggi semplici ma esaurienti; non solo blogger però ma, come emerge da un’interessante analisi dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, anche “opinion leader” competenti e carismatici che però sappiano mettersi davvero nei loro panni. La fiducia è dunque fondamentale per ingaggiarli.
Questa fascia d’età ama la dimensione visuale fatta di immagini e video a discapito dei testi; questo aspetto è fondamentale per i brand che devono riuscire a catturare i giovanissimi nei primi secondi. Prioritario per i ragazzi della GenZ è condividere con gli altri la propria vita quotidiana: ecco perché intergiacono maggiormente con tutti quei brand che permettono loro di esprimersi, facendoli sentire veri attori di un cambiamento positivo. Se i Millennials amano la condivisione, ma scelgono accuratamente cosa postare per rispondere a logiche alcune volte definite come “narcisistiche”, la Generazione Z non può farne a meno; se i Millennials si affidano a brand con cui condividere valori, la Generazione Z vuole essere il centro della strategia.
Attenzione però: nonostante i numeri altissimi di utilizzo, sebbene la smania di condivisione, la GenZ è la prima generazione che vuole difendere la propria privacy in fatto di dati personali. Dall’ultimo Digital Society Index globale di Dentsu Aegis Network emerge come una percentuale interessante di questa fascia di età adotti misure per ridurre la quantità di dati condivisi online (come cancellare la cronologia delle ricerche, disattivare i servizi di geolocalizzazione, modificare la propria mail). Ecco perché rispetto della privacy, immediatezza del messaggio e coinvolgimento attivo, sono le parole fondamentali per una strategia che vuole continuare a conquistare gli adulti del futuro.
In conclusione è doveroso chiarire un punto però: non esiste generazione migliore di altre. Ognuna ha le sue peculiarità e un diverso modo di fruire e rapportarsi con i contenuti, dovuto all’epoca in cui è nata e cresciuta. Per pianificare una strategia di social media marketing vincente è fondamentale conoscere i comportamenti degli utenti e presidiare i canali in cui si muove il target che vogliamo colpire.